Ciao Amici!

    Ciao ragazzi, questa è la sezione del sito del Centro Diocesano Vocazioni dedicata interamente ai voi. Qui potrete trovare materiale adatto ad incontri formativi per tutti voi ragazzi che svolgete il servizio all'altare: liturgia, storia e santi protettori!

    BUON CAMMINO DI SANTITA'!!!

      Chi è il Ministrante?

      Chi è il ministrante?

      Il ministrante è quel ragazzo o ragazza che serve all’altare durante le celebrazioni liturgiche. Il ministrante è anche chiamato “chierichetto”. Il termine ministrante ha sostituito col tempo il termine “chierichetto” poichè riesce a far capire meglio il suo significato (cf. Costituzione sulla Sacra Liturgia Sacrosanctum Concilium, 29). Esso, infatti, deriva dal latino “ministrans”, cioè colui che serve, secondo l’esempio di Gesù che non ha esitato Egli stesso a servire per primo e che invita a fare anche noi la medesima cosa amando i nostri fratelli.
      Ma essere ministrante non si riduce soltanto al servizio all’altare, che presta con diligenza, generosità, impegno, precisione, puntualità. Perchè:

          •    Il ministrante è un ragazzo/a che attraverso il Battesimo è diventato amico di Gesù che ci ha mostrato che Dio è Amore.
          •    Il ministrante è un ragazzo che nella vita di ogni giorno e con tutti cerca di vivere quello stile di amore e di servizio che Gesù ci ha insegnato.

      Chi può essere ministrante?

      Il ministrante svolge un vero e proprio ministero liturgico (=un servizio d’amore!) così come i lettori, gli accoliti, i cantori… ma è un compito tutto speciale e originale perchè ciascuno nella Chiesa e nella vita è chiamato a qualcosa di bello. E’ ministrante, allora, ogni ragazzo o ragazza, adolescente o giovane che abbia compreso che la Chiesa è espressione di quella sinfonia d’amore che è Dio stesso. Un ragazzo o una ragazza che sanno che Gesù è quell’amico che sa dare un colore speciale alla vita di ogni giorno vissuta nell’amore.

      Il Gruppo ministranti nella parrocchia

      Il gruppo dei ministranti è un gruppo di giovani o ragazzi che non solo prestano un servizio concreto nelle celebrazioni della comunità ma che con la loro stessa presenza possono aiutare i loro amici e gli altri fedeli a vivere sempre meglio la liturgia e la propria fede cristiana.
      Essere ministranti oggi è diverso rispetto al passato. Che cosa significa essere ministranti oggi?

      Significa scoprirsi parte di una realtà più grande nella qualesiamo chiamati a far brillare la luce della gioia che nasce dal mettersi in gioco sempre, subito, con passione. E’ anche prendere consapevolezza dei propri doni per metterli a servizio degli altri e così crescere sempre più per diventare se stessi.

      Un pò come in una squadra di calcio ognuno occupa un posto e dà il meglio di sè perchè la squadra possa festeggiare un successo, così nel gruppo ministranti ognuno fa la sua parte, allenandosi sempre di più nel crescere nell’amicizia con Dio e nel servizio concreto, e contribuisce a rendere la comunità il luogo della festa e della gioia.
      Un gruppo ministranti non esiste solo per fare qualcosa, ma anche per andare in profondità nell’amicizia con Gesù: “È veramente ammirevole che persista la nota consuetudine che siano presenti dei fanciulli o dei giovani, chiamati di solito «ministranti», che prestino servizio all’altare alla maniera dell’accolito, e abbiano ricevuto, secondo le loro capacità, una opportuna catechesi riguardo al loro compito”. (Istruzione Redemptionis Sacramentum, n. 47). Per questo motivo mettiamo a disposizione diversi strumenti per vivere bene un percorso nell’anno liturgico capace di far sperimentare la bellezza di essere cristiani autentici e ministranti che portano il dono della fede anche agli altri.

      Santi modelli e patroni dei ministranti

      Tra i patroni e modelli del ministrante/chierichetto troviamo san Tarcisio, un giovane cristiano di una delle prime comunità di Roma, che si rese disponibile a portare l’Eucaristia ai suoi fratelli in prigione a causa delle fede e che venne insultato e ucciso dai suoi coetanei pagani. Un altro modello e patrono del ministrante/chierichetto è san Domenico Savio, un ragazzo che visse nel secolo scorso, che portava nel cuore il sogno di fare della sua vita un dono a Dio e ai fratelli: egli conobbe un altro grande santo, San Giovanni Bosco, che aiutandolo a scoprire la sua vocazione lo accompagnò anche nel momento della partenza per il cielo in giovane età.

          CENTRO DIOCESANO MINISTRANTI

            Il Centro Diocesano Ministranti è una realtà strettamente legata alla Pastorale Vocazionale e quindi al Centro Diocesano Vocazioni (CDV). 

            La Pastorale dei Ministranti si basa sull'immagine cristiana dell'uomo: la dignità di ogni uomo è fondata sulla rappresentazione dell'immagine vivente di Dio, e dunque ogni persona deve avere in grande considerazione la propria dignità e di quella dell'altro. I Ministranti diventano così soggetti della Pastorale per Ministranti. Essa è una parte della Pastorale dei fanciulli e dei giovani e il servizio reso dalla Chiesa ad essi. È propria della Pastorale dei Ministranti la connessione tra servizio, annuncio del Vangelo e Liturgia come festa di vita e di fede. 

            Il termine Ministrante deriva dal latino "ministrare". È quindi un servizio, un servizio reso a Dio, alla comunità, alla Chiesa. Quindi è indispensabile una disponibilità aperta verso Dio e gli uomini: da una parte ci si impegna totalmente per gli altri, dall'altra si diventa consapevoli del fatto che ognuno si assume la responsabilità per se stesso, cioè vivere un buon rapporto con se stessi, con il prossimo e con Dio.

            L'offerta personale comprende la volontà di lasciare che gli altri abbiano parte nella propria vita e nella propria fede. Infatti l'attività di gruppo è la forma ideale per lavorare con i ministranti, poichè si perpepisce l'essere Chiesa, "communio", popolo di Dio in cammino.

            Nell'azione per i ministranti è indispensabile l'accompagnamento dei ragazzi e dei giovani: è la comunità parrocchiale impegnata in prima persona responsabile della pastorale dei ministranti. non è compito dei singoli, ma di tutta la comunità. 

            Gli obbiettivi per una feconda pastorale dei ministranti sono: 

            - sperimentare Dio nella propria vita;

            - vivere i propri doni e talenti;

            - appartenenza alla comunità;

            - conoscere e vivere modelli di fede;

            - dare forma alla propria spiritualità;

            - percepire la vocazione;

            - vivere la liturgia con questi presupposti.

              La crisi che non c'è. Chierichetti, il fascino di servire all'altare

              Crisi dei ministranti? I parroci: non c’è, sono una presenza costante e gioiosa. Ogni domenica migliaia di bambini e bambine sono presenti nelle loro parrocchie accanto al celebrante

               

              Crisi di ministranti? “Chierichetti cercasi”, titolava un’agenzia di stampa nei giorni scorsi. Ma a sentire le parrocchie citate nel lancio, non sembra che si registri una crisi in atto fra i ragazzi e le ragazze che decidono di servire all’altare a fianco dei sacerdoti, anzi. Nella parrocchia romana di Santa Maria in Traspontina, a due passi da piazza San Pietro, il parroco padre Mariano Cera, carmelitano, smentisce decisamente la presunta penuria: «Posso contare su ben 22 chierichetti e chierichette, con qualche leggero calo nella stagione invernale. Li chiamo “i miei angioletti”. In genere scelgono questo servizio dopo aver fatto la Prima Comunione, oppure anche prima: qualcuno ha solo 7 anni, gli altri arrivano fino a 11 o 12 anni ». In un angolino della bacheca parrocchiale «era rimasto affisso un vecchio avviso che invitava i ragazzi a fare i chierichetti. È stata una disattenzione, ora l’ho rimosso».

              Della cosa ha parlato alla Messa domenicale delle 11, che ha presieduto padre Mariano letteralmente circondato da ministranti. «Al momento dello scambio della pace, scendono sempre dall’altare per andare in mezzo all’assemblea a stringere le mani degli altri fedeli. E al termine della Messa ci ritroviamo nei locali attigui alla sacrestia non solo io e i chierichetti, ma anche i loro fratelli e sorelle insieme ai genitori. C’è sempre un piccolo momento di festa tra noi, in cui caramelle e cioccolatini non mancano mai». Il nutrito gruppo di ministranti viene seguito da Francesco Pugliese, ministro straordinario dell’Eucaristia, «che organizza durante l’anno alcuni incontri di formazione».

              Anche in un’altra parrocchia citata dall’agenzia, quella di Santo Stefano e Maria Immacolata a Pisa, il parroco don Carlo Campinotti precisa di aver pubblicato «oltre un anno fa sul sito Internet e sul foglio settimanale che viene distribuito in chiesa, e non su una bacheca social, un appello per la richiesta di ministranti. In seguito i vari gruppi di catechesi hanno discusso di questo argomento e diversi bambini si sono resi disponibili. Sono oltre una decina e ruotano, a turno; vanno dai 9 ai 20 anni, maschi e femmine», riferisce il sacerdote, spiegando che un calo “fisiologico” di ministranti è legato più alle fasi di crescita. «Sono ragazzi, quindi passano dall’entusiasmo alla stanchezza.

              È normale, non si può parlare di crisi, che in questo momento assolutamente non c’è». Il gruppo di chierichetti e chierichette, che presta servizio in ben due parrocchie e altre chiese, «viene seguito da due studentesse universitarie, Sara e Benedetta, a loro volta ministranti in passato. I più piccoli vengono istruiti e preparati dai più grandi sul modo in cui si sta all’altare, sulle vesti da indossare ». E le ragazze aggiungono: «Facendo questo tipo di servizio, s’imparano anche a conoscere meglio le varie fasi della celebrazione eucaristica e i termini specifici dei vari oggetti liturgici».